Èteras

Indossa con eleganza questo nome misterioso incantata dalle sue sonorità che emanano sensualità, libertà ma anche spiritualità e quinta essenza.

Colori bruni, lentiggini sul volto, occhiali colorati, cappelli appariscenti o fasce stravaganti.
Sfoggia la maschera della chiacchierona che si mostra sicura di sé per nascondere la sua delicata timidezza.

Spesso sconnessa dalla realtá, vola verso orizzonti lontani, nel tempo e nello spazio. Da anni aspetta il ritorno del suo pelosetto persiano dagli occhi gialli.

Sembra un’antica sacerdotessa dai sogni premonitori e dai poteri visionari. Sin da piccola mentre dorme si vede volare.

Alcuni quadri li immagina davanti ai suoi occhi. In altri c'è una forza soprannaturale che la spinge a crearli.

Ama stare nella sua tana, uno scrigno di studio immerso nel verde e ricoperto di opere, a metá tra cielo e mare.

Dipinge meditando e ascoltando musica classica. Raggiunge l’estasi coi Queen e la voce suadente della rossa Loreena McKennitt.

L’amore che non muore, il marito della parrucchiera e le luci della ribalta sono i film psicologici che ha a cuore.

Colleziona copricapi d’epoca e mangia libri a colazione. Letture preferite? Hillman, Jodorowsky, Jung.

Il rosso è il suo colore e le lunghe passeggiate nella natura con il suo dolcissimo maltese, Giotto, il suo hobby preferito.

Si commuove guardando un fiore o un albero tanto da baciarli.

Segue un’alimentazione sana anche se mangia troppa cioccolata e beve caffè a volontá. Il suo rapporto dualistico con il cosmo è visibile anche col cibo. Alterna golositá e inappetenza.

Adora la solitudine e il suo universo ma è gentile, cordiale, ospitale e non disdegna le cene in buona compagnia.
Se incontra persone ostili soffia il vento con le mani per cacciare via le negatività.

Ha conosciuto il grande Amore, quello vero ma é pronta a tuffarsi in nuovi caldi abbracci.

Nessun figlio biologico ma tanti dipinti come figli, alcuni nel suo studio altri li ha lasciati liberi di volare in giro per il pianeta. Dietro ogni quadro disegna un otto che simboleggia l’infinito.

L’arte di Èteras, poetica, delicata, melodrammatica, tocca gli anfratti del cuore e dell’anima. Rimbomba dentro come un eco silenzioso, spinge all’ascolto interiore ed esteriore e coinvolge con un’atmosfera ancestrale.

La sua pittura è come una magia, un’arte psicologica, terapeutica per lei che la crea e per molti di noi che abbiamo l’onore di ammirarla e sentirla.

Una vita assai travagliata, ricca di colpi di scena, piacevoli esperienze e grandi sofferenze, momenti bui e profonda solitudine. Uno di quei vissuti che affascinano chiunque ne entri in contatto. 

https://www.eterasverrusio.com/

La storia di Èteras (Biografia di Teresa Pennetti)

Montemaranese d’origine e romana d’adozione, vive nella sua casa-bottega sulla costa dei trabocchi, in Abruzzo.

L’euforia del traguardo dei primi passi di ogni piccina svanisce con la decisione dei suoi di porre fine alla loro storia d’amore. Èteras sente tremare la terra sotto i piedini. Ed ecco che a proteggerla arrivano le giganti braccia dei suoi supereroi, i nonni.

Disobbediente, scappa dalla madre appena maggiorenne per realizzare il suo sogno da bambina, diventare una famosa pittrice. A 4 anni ruba i quaderni al fratello più grande proprio perchè voleva disegnare.

Di nascosto da tutti, già in adolescenza, frequenta le botteghe dei pittori in via Margutta a Roma mentre per vivere cavalca il pianeta della moda e del cinema dove non si sente a suo agio.

Un terribile incidente stradale le sfigura il volto costringendola a lasciare quel mondo a lei così lontano ma nulla accade mai per caso. Il suo spirito guida, le sussurra di dipingere e lei non smette mai di ascoltarlo.

C’è una festa romana, dopo una mostra collettiva a Tropea.
Cupido alato lancia la sua potente freccia d’Amore e colpisce Èteras e il famoso artista Pasquale Verrusio. Folgorati sul colpo, scioccati nel lavoro e nella vita. Lui si trasforma in suo maestro, guida poetica e anima gemella. Lei in sua musa, allieva e compagna di vita.

Un Amore travagliato e difficile da accettare per la differenza d’età che però sboccia in tutto il suo splendore.
Felici e contenti vivono anni spensierati con grandi successi professionali e bei progetti realizzati.

Lasciano Roma alla ricerca di una vita piú autentica. Scelgono l’Abruzzo.
Modellano con prestigio vita e opere approfondendo il loro orizzonte verso le porte di Stati Uniti, Svizzera, Germania e Austria.

All’improvviso, come un temporale estivo, in un lampo la malattia di lui oscura le loro vite, senza chiedere il permesso come una pioggia ghiacciata, inattesa, che colpisce duro, spaventa, e alla fine distrugge e travolge.

Fatta a pezzi, sconvolta, barcollante, dipinge, si, colora afferrando gli strumenti della pittura per combattere con la voce strozzata in gola e ricostruire a piccoli sorsi la sua casa interiore.

Ce la fa e sopravvive attraverso la sua arte anche quando, a distanza di pochi mesi dalla morte del marito, è travolta da uno tsunami dall’energia spaventosa: la morte improvvisa del padre.
In balia dell’onda che l’ha sorpresa riesce a restare a galla, seppur senza fiato.

A terra stecchita, a colpi di matite e pennelli, riesce con la sua ricca tavolozza a miscelare e a trasformare eventi angosciosi in tele dalle mille sfumature, calde, fredde, accese e sfuocate, abbaglianti e tenebrose.

Lontano per anni dal palcoscenico dell’arte per curare per bene le ferite, adesso è pronta a tornare in scena nelle gallerie d’arte con eventi e mostre dedicate a lei e a Pasquale.


La sua arte.

Definirla pittrice, è riduttivo.
Èteras è talentuosa, originale e visionaria.

I suoi dipinti urlano temi profondi tanto cari alla sfera immaginale: l’eterno femmineo, la morte in chiave esoterico-sciamanica, la vita oltre la vita, l’attimo fuggente, la vittoria sulla morte, il visibile e l’invisibile, il terzo occhio, le ombre e le luci, lo yin e lo yang, l’anima gemella, la curandera, la sensualità, la stravaganza, il nascere e morire, il viaggio di chi va e di chi resta, il legame con la natura e la terra, il generare.

Con gli anni la sua tecnica pittorica si affina. Giá ricca di colore diventa vibrante di tonalità cangianti, fluenti in mille sfumature.

La prima vera opera, la natura morta, con una chiave diversa, a 18 anni. Il primo ritratto la nonna, a 19 anni.

Trovando una bambola con la testa decapitata, per ridarle vita, sostituisce il suo corpo con una bottiglia di Lambrusco. Vengono alla luce le Bambole con teste di bottiglie dove racconta l’attimo fuggente e la vita che vince sulla morte.

Intravede sagome umane nei paesaggi, nei fiori la trasformazione, nel sole il nascere e il morire, nella donna il legame con Madre Terra e Sorella Luna.

I suoi manichini non immobili e fissi, ma animati con sembianze di forte personalità, di rara eleganza e sofisticata bellezza.

Gioca con le sue immagini riflesse attraverso le vetrate specchiate che si frantumano e ricompongono ad altre andando oltre il semplice occhio. Al di là delle trasparenze c’è un meraviglioso universo. Come un prisma, piani diversi sembrano sovrapporsi e le figure escono come smaterializzate dalla loro fisicità, lasciando immaginare l’inatteso.

Le sue opere su commissione sono un oggetto d’arredo autentico, originale, unico, un ricordo che non resta chiuso nel cassetto da guardare e vivere ogni giorno.


Dichiarazione d’Artista (intervista)

Perché dipingo? Sento dentro di me il forte richiamo del daimon. É la missione della mia anima. Sin da bambina ho avuto la sensazione che attraverso l’arte si possono esprimere sensazioni trascendentali.

Qual è il messaggio delle mie opere? Uno sguardo rivolto all’interiorità e ai valori profondi dell'esistenza. Mi piace stimolare nell'osservatore un'analisi introspettiva comunicandogli ciò che osservo e le emozioni che provo.

Seppur con influenze artistiche, illustro più aspetti contemporaneamente con una visione nuova e originale.
In primis ispirata da Pasquale Verrusio, mio maestro e anima gemella.
Dal suo stile mi sono discostata per non farmi travolgere sul nascere.

Dopo il viaggio in America nascono nuovi temi di paesaggi americani contagiata dall’ iperrealismo di Hopper.

Nel cuore dell’Europa approfondisco temi sotto l’influsso delle avanguardie come futurismo, cubismo ed espressionismo tedesco.

Quali sono i temi affrontati? Le bottiglie con teste di bambole, metamorfosi corpo-paesaggio, paesaggi americani, i manichini, le vetrate, i fiori nel loro vigore e appassiti, la morte, lo sciamanesimo, i paesaggi notturni, il sole sul nascere e sul morire, il terzo occhio, le fasi della donna e temi su commissione.

Le bottiglie con teste di bambole sono il mio esordio. Quando una di esse resta senza corpo come decapitata sono ispirata nel sostituirne il corpo con una bottiglia scura del Lambrusco. È la vittoria della vita sulla morte. Da lí una serie di opere surreali intorno a questo tema.

Nelle metamorfosi corpo-paesaggio, la mia creatività è stuzzicatata dall’osservazione di paesaggi nei quali intravedo figure umane.

In Paesaggi americani ho descritto gli sciatori nelle baite riflessi sulle vetrate con scene di vita americana, il Monument Valley, lo Utah, i personaggi country.

Nei manichini vi è un ribaltamento di una situazione, assumono un aspetto umano, avanzano verso lo spettatore manifestandosi in tutta la loro vanità e bellezza lasciando alle proprie spalle l'eterna fissità.

L'anima gemella, l’apparizione notturna, il terzo occhio sono temi esoterici.

Nelle vetrate, l’interno e l’esterno riflesso su di esse annullano uno spazio naturale imponendo uno spazio metafisico. Il tutto diviene nella molteplicità dell'uno e l’uno nella molteplicità del tutto e le figure sfaldate dalla luce sono in assenza-presenza, sotto forma onirica.

I miei fiori sbocciano sempre nel momento del loro massimo splendore o d'incipiente decadenza.

La morte ha sempre suscitato paura. Mi sono avvicinata a questo tema per lenire il dolore dopo la scomparsa di mio marito. Cercando risposte attraverso letture sul senso della vita, come il libro tibetano dei morti di Bardo Thodol e vari testi di Marie Louise Fon Franz, James Hilman, Jung, Osho, Hellinger, etc., ho scoperto nuovi orizzonti. Inizio a guardare il fenomeno della morte non come un dramma, ma come un momento di passaggio dimensionale, una trasmigrazione, un viaggio. Non una fine, ma una continuità oltre la vita.

Approfondisco lo sciamanesimo perché affascinata dall’esplorazione di altre dimensioni tra visibile e invisibile. Emerge in me il desiderio di una crescita personale che vorrei trasmettere al mondo.

Le fasi della donna, legate alla luna, le spiego dalla gestazione per rappresentare il forte legame con la terra. La donna ha il potere di generare e mettere radici.