L’Antico rito della raccolta delle olive

Mi piace fare la CAFONETTA di campagna. “So felice gne na citl”!

Per me è come una grande festa in mezzo alla Natura, si la festa dei nonni che nonostante l’età si arrampicano ancora sugli alberi come le scimmiette o prendono i sacchi sulla schiena come fossero delle piume.

In Abruzzo la raccolta avviene tra fine ottobre e metá dicembre, nel pieno dei colori e delle atmosfere autunnali, quando le olive hanno raggiunto le loro massime dimensioni ed i primi frutti maturi cominciano a cadere dagli alberi. È un momento collettivo ancora molto sentito, un rituale.

Le campagne prendono vita, si sparge un’allegria contagiosa. Tutti insieme appassionatamente, genitori, figli, nipoti, zii, cugini, grandi e piccini. Un momento tanto atteso. 

Quei pic-nic con pranzi e merende di gruppo e chi se li scorda. L’aria fresca nel naso, il profumo dell’erba, il suono del chiacchiericcio misto a quello delle olive che ti cadono in testa. Ma anche quei bei silenzi che ti fanno ascoltare la natura. Le emozioni sono tante. E nonostante la fatica la sera ti metti a letto contento, con una strana pace nel cuore. Un duro lavoro che alla fine regala gioia e spensieratezza.

E’ una delle antiche tradizioni senza tempo, che si ripete ogni anno con lo stesso fermento e riporta la memoria indietro. Oggi è stato un po’ più bello, con le stesse tecniche e la stessa semplicità di una volta: senza quel rumore assordante dell’abbacchiatore. Pettinare chiome delle piante di olivo mi è sempre piaciuto sin da piccola. È un po’ come pettinare le bambole con un pettine gigante. Anche se mi mancano i miei bisnonni, con loro tutto sembrava quasi magico.

Da piccina il mio bisnonno una volta mi portò a lu “trappite”, il frantoio locale. Ricordo le lunghe attese, Il profumo e il colore verde dell’olio, lí era cosí forte. Si assisteva alla molitura delle loro olive per verificare la resa a quintale e che tutto filasse liscio, come l'olio appunto. Sentivo dire: <A te quant t’ha fatt? Il mio olio è lu chiu bon!>. Nonnetto invece all’orecchio mi sussurrava sempre non ascoltare,  l’importante è la qualità.
E io intanto non vedevo l’ora di correre a casa per assaggiarlo con una bella bruschetta croccante e vedere se il suo gusto era cosí forte ed intenso da pizzicarmi la lingua. Che sapore!

Ogni volta che vado in campagna penso ai quei momenti trascorsi con loro e vivo un pizzico di nostalgia. Che bello custodire questi ricordi nel cuore, quando ci ripenso ho l’impressione di riviverli ancora.

I nonni ogni volta durante la pausa per il pranzo raccontano una storia nuova ma a volte capita che ripetono anche una già detta.

Qualche giorno fa mio nonno ha ricordato di quando le campagne erano affollate, colme di grandi e piccini intorno ad ogni albero. Non c’erano nè le reti nè i rastrelli, la raccolta avveniva con le mani e poi le olive si facevano cadere giù nei cestini legati al collo e a terra si mettevano dei sacchi di iuta. Che bello le piante non soffrivano, i rami non si danneggiavano e ti rigeneravi ad ascoltare il canto degli uccellini. Poi sono arrivate le prime scale di legno sennò ci si arrampicava abbracciando gli alberi. La macina in pietra girava con l’asino, col mulo o con il cavallo che venivano bendati lateralmente per non farli mai distrarre e le olive venivano così schiacciate: ovviamente era un lavoro lunghissimo e lento rispetto agli oleifici moderni dotati di motori elettrici.Pure la raccolta era lenta: ora si ha fretta di portare le olive al frantoio, prima invece venivano conservate in casa per giorni, stese sul pavimento in uno strato alto circa 20 cm e spesso smosse con una pala per non farle scaldare troppo. Inoltre , le olive rendevano maggiormente perché, di solito, la raccolta iniziava verso l’8 dicembre e quindi maturavano bene e rendevano di più. La sansa si riportava a casa, veniva usata come combustibile per scaldarsi. 

Questo semplice racconto me è pura poesia.

Se vuoi provare il nostro olio scrivimi in privato! Macinatura a pietra a freddo, olio extravergine d’oliva biologico sul serio non a chiacchiere.