Pronti partenza via…

Il viaggio sta per iniziare!

Chissà se questa volta ce la faró ad aprire le ali per spiccare il volo senza avere paura e tornare a nascondermi nella mia tana.

Matita è dai banchi di scuola che danza con me leggera su fogli bianchi incidendo su di essi la fusione delle nostre anime, a tratti tutte colorate, a tratti sfumate o in banco e nero.

Proprio come la Vita.


Viaggio con Matita

Con Matita mi scrollo di dosso doveri e tensioni pennellando in un foglio bianco emozioni, sentimenti, pezzetti di me, di chi incontro e scontro nel mio cammino.

O distruggendoti o accarezzandoti, ognuno ti dona sempre qualcosa che conservi nello scrigno dentro di te di cui solo tu hai la sua chiave.

Con Matita mi sottraggo alla distruttiva fretta, vado al di là delle scadenze, dei pagamenti, dei calcoli, delle regole, vagabondando con la testa fuori le righe all’interno di un’oasi delicata e piacevole che pare un’isola felice dove poter nuotare come una sirena al di là degli argini saziando la mente e donando brividi.

Matita mi da un senso di libertà, di leggerezza tra le dita, un’ assenza di aggressività.
L’anima della grafite innerva Matita così come la mia che è dentro di me.

Non si sa come questo oggetto magico sia capace di pescare al di là dei silenzi quei pensieri volanti che corrono all’impazzata tra luce e buio nelle nuvole delle mia mente collegate alle emozioni del mio cuore.

Passioni e pensieri insieme, in una sinergia circolare, l’uno prende vita dall’altro. Come una stampante congiunta direttamente al mio cervello che dilata la mente e puf! come per incanto sprigiona parole che come musica, insieme formano una sinfonia perfetta creando l’eclissi d’un vocabolo dietro un altro, l’incastro giusto delle sillabe come in un puzzle.

Davanti ad un foglio bianco Matita esita prima di partire. Prova a prendermi la mano più volte ma non sempre riesce ad afferrarmi.
Prova a dialogare col foglio prima di fargli il solletico.
< Che lo spettacolo abbia inizio!> Sussura Foglio alla sua punta.


<Sono anni che ci proviamo ma poi le emozioni a volte prendono il sopravvento e bloccano.
Le mani diventano tremanti. Ogni tanto accade. Da bambina fu uno shock all’ora di musica. A casa il suono sembrava fatato. A scuola davanti ad un piccolo pubblico invece un trapano impazzito. Alle interrogazioni poi non ne parliamo. Da grande una volta ad un aperitivo con un ragazzo oltre alle guance rosse, per l’imbarazzo il bicchiere resto fermo sul tavolo fino a quando lui andò in bagno>. Rispose Matita.

Eh giá sono capace di farla addosso per la vergogna, con un colpo di tosse proprio come accade a molte donne dopo i sessanta.

Ma stavolta voglio provarci. Lei è con la punta rivolta verso di me, quasi per indicarmi, come per invitarmi a prenderla per mano mi incoraggia e il foglio inizia vestirsi di parole colorate.